Orphan Black – Recensione 2×07 – Knowledge of Causes, and Secret Motion of Things

Orphan Black mette il piede sull’acceleratore e dà vita ad una delle puntate più interessanti e coinvolgenti fino a questo momento; e lo fa mettendo in scena un episodio dalla struttura particolar, che racchiude nel titolo più significati di quanto si possa normalmente immaginare e dà rilievo a un personaggio che finora era stato approfondito ben poco, Rachel e aggiungendone di nuovi.

“Knowledge of Causes, and Secret Motion of Things” è la puntata più divertente fra quelle andate in onda fino ad adesso, e ciò fa riflettere sulla grande abilità che possiede questa serie tv, quella di combinare più generi insieme, molto diversi tra loro, ma risultare comunque credibile e non un mix insensato di cose buttate là a caso. Chiaramente, l’elemento comedy è affidato ad Alison, che rinchiusa in rehab e costretta così a fare i conti con i suoi problemi, individua nella vecchia conoscenza – Vic (the dick) – la sua ancora di salvezza, qualcuno con cui parlare, ma soprattutto alleggerirsi la coscienza sputando il rospo sull’omicidio di Ainsley. Tuttavia, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e Alison, origliando per sbaglio una conversazione al telefono tra l’uomo ed Angie – che vince nuovamente il premio per “personaggio più odioso dell’anno” – scopre quali sono le sue reali intenzioni, ossia consegnarla alla polizia. Non le resta altro che chiedere aiuto al suo fidato Felix e a Sarah, che deve distrarsi dalle sue preoccupazioni principali e occuparsi di Vic; tutto ciò dà adito alla realizzazione delle scene più divertenti di tutta la puntata. Vic non si ferma di fronte alle minacce di Felix e le urla di Alison, ma vuole parlare con Sarah per fare ammenda, e così inizia a sparlare di flussi, rocce e cavolate buddiste senza un filo logico; addirittura, dichiara miseramente di voler riconquistare la sua ex, prima di svenire a terra a causa delle droghe che Felix gli ha somministrato di nascosto. Ciò che è ancora più divertente è il come si sbarazzeranno del corpo, mentre Sarah prenderà le parti di Alison presenziando alla giornata dedicata alla famiglia – a cui Alison avrebbe dovuto partecipare – e prendere parte al gioco di ruolo con Donnie, il marito. Sono stupende le scene in cui vediamo le cloni interagire assieme – ne vogliamo di più, decisamente – perché puntualizzano l’abilità della Maslany di scivolare da un personaggio all’altro con estrema facilità e perché sono divertenti. Vedere Sarah imitare Alison con i suoi “Ehm, uhm” e tornare nel giro di un secondo a fare se stessa, è semplicemente fantastico. Ma la storyline riguardante Alison subirà un plot twist, in quanto verrà fuori che il marito non sapeva affatto della storia dei cloni, anche se ricopriva il ruolo di supervisore, perché come molti è stato raggirato da Leekie. Come succede a tutte le cloni, anche Alison scoprirà di aver vissuto una grossa bugia e di essere stata presa in giro dal marito, seppur in buona fede, con conseguente distruzione del matrimonio. Il quadretto di famigliola felice e di casalinga disperata già aveva iniziato a frantumarsi da tempo ma a questo punto ha raggiunto il colpo di grazia definitivo. Ciò che è più apprezzabile in Alison è il fatto che riesca a impersonare efficacemente il ruolo della casalinga psicotica e ingenua quanto, allo stesso tempo, ad essere fortemente spietata; basti vedere come, dopo essersi affezionata a Vic, riesca facilmente a liberarsene. L’istinto di sopravvivenza è una sua componente intrinseca, lo scopo è raggiungere gli obiettivi a qualsiasi costo, ed è quello che l’ha fatta sopravvivere fino ad ora.



A Cosima tocca un destino atroce e crudele. Le cloni infatti, a causa di una strana anomalia genetica, rischiano di morire per una malattia polmonare che ha già colpito la scienziata, ma che potrebbe colpirle tutte, compresa la piccola Kira. Gli studi e gli esperimenti che sta conducendo per trovare una cura alla malattia stanno andando avanti anche grazie all’aiuto della sua amata, Delphine, che però sta compiendo un passo falso dopo l’altro e questa volta ne pagherà il prezzo. Cosima scopre, per caso, che le cellule staminali che le sono state impiantate per iniziare la cura, sono quelle di Kira e ciò la manda su tutte le furie. Lei non voleva assolutamente sfruttare la bambina, ma Delphine ha deciso per lei spezzando la fiducia che ormai si era instaurata fra le due. Il fervore e la rabbia di Cosima si possono riassumere nelle sue parole che urla in faccia alla ragazza francese: “This is my lab, my body. I’m the science!” Anche per Cosima la vita è stata una grossa bugia: fin da quando fece la prima importante scoperta sulla condizione di essere un clone, ha sempre saputo che qualcuno le avrebbe messo i bastoni fra le ruote, forze superiori come lo stesso Dyad Institute, il dott. Leekie o come potranno essere i Prolethians ma vedere una persona a lei vicina mentirle spudoratamente è troppo. Essere trattata come un caso di studio, ancora una volta, da Delphine poi, la fa infuriare. Nonostante tutto, Delphine aveva ragione, e solo le cellule staminali di Kira possono curare tale malattia e Cosima si troverà costretta a fare una telefonata a Sarah che non avrebbe mai voluto fare. E Sarah si precipita da lei. Il fatto che nell’arco narrativo di Cosima, essa rappresenti sia la scienziata che la scienza stessa è un aspetto estremamente affascinante, in quanto su di lei ricade il peso non solo di scoprire una cura e salvare le sue compagne, ma di salvarsi lei stessa e sottoporre il suo stesso corpo allo studio, con tutto lo stress che ne deriva. E questo potrà dare adito a interessanti sviluppi.

Poi c’è Rachel, attorno alla quale si snoda la trama principale, per intenderci quella che coinvolge il Dott. Leekie e il Prof. Ethan Duncan, e il primo questa volta non se la passa tanto bene. Dopo uno scontro faccia a faccia fra Leekie e Siobhan, in cui la seconda cerca un accordo per proteggere Kira, Mrs. S. e Sarah decidono di lanciare la bomba, ossia rivelare la scoperta venuta alla luce alla fine della puntata precedente, e quindi di far uscire allo scoperto Leekie e i segreti che ha da sempre celato a Rachel. Questo ci permette di conoscere più a fondo la fredda e glaciale Rachel, che si abbandona alle lacrime durante l’incontro con il padre, Ethan Duncan, e che risparmia Leekie quando invece avrebbe dovuto ucciderlo. Bugie e bugie anche per lei, la stessa storia delle sue “sorelle cloni”, e se si pensava che per lei la storia fosse diversa a causa della sua elevata posizione all’interno del Dyad Institute ci dobbiamo ricredere, perché alla fine Rachel era una pedina, un burattino manovrato da Leekie e, per quanto composta e irremovibile, Rachel è profondamente toccata nel momento in cui lascia andare lo scienziato,  perché per lei ha sostituito la figura del padre e l’ha cresciuta. Per chi non si ricordasse, Leekie è colpevole di aver ucciso sua madre; quando Duncan e la compagna, durante lo studio di ricerca, decisero di salvare la propria piccola e scappare compromettendolo, ci pensò lo scienziato a risolvere il problema alla fonte. Rachel Duncan nasconde un oscuro passato, e svelare i misteri che si celano dietro la sua gelida figura è stata un’ottima mossa, dato che essendo la new entry di questa stagione di lei sapevamo poco o nulla. In sua corrispondenza, viene introdotto un nuovo personaggio, Marion Bowles (Michelle Forbes), il boss direttamente sopra il Dott. Leekie e per la quale Rachel ha deciso di lavorare e che, guarda caso, mostra un certo astio e irritazione nei confronti della Manning. Quindi, nuovo nemico in vista!
Parlando di marionette mosse da Leekie, c’è anche Donnie, il marito di Alison, che una volta scoperto di essere stato raggirato si reca direttamente da lui minacciandolo goffamente con una pistola. Il titolo dell’episodio si ricollega alla dinamica statica dei personaggi attorno alla quale ruotano gli avvenimenti, che comunque sono in perenne evoluzione. Infatti, il finale di “Knowledge of Causes, and Secret Motion of Things” si svolge in tal senso: Donnie decide di estromettere dalla sua vita il dottore e di risparmiarlo ma nel giro di due secondi la situazione si ribalta e a causa della sua goffaggine fa partire un colpo dalla pistola che uccide Leekie. Il momento è genialmente reso comico non solo dalla dinamica della scena ma anche dalla canzone che parte in sottofondo, ossia “Love is All Around” dei The Troggs. Ma quello che stupisce non è la morte di Leekie, che un po’ ci aspettavamo e che si è rivelato non essere il villain che prometteva di essere, ma piuttosto la rivelazione sempre più chiara che il nemico non si sa bene chi sia e che in fondo poco importa, perché il tutto si può riassumere con le nostre cloni che combattono contro il mondo intero.

Concludendo, ancora non sono chiari molti interrogativi ma i principali sono: cosa hanno in mente Paul e Siobhan con le loro segrete alleanze? Cal, per quanto il quadretto della famigliola felice sia bello, è veramente affidabile? Quel che è certo è che Orphan Black è riuscito a dare vita a un episodio sopra le righe, in cui l’uccisione di un uomo e l’occultamento di un cadavere diventano siparietti freschi e originali in cui la comicità la fa da padrona. E quindi, cosa deve fare ancora Orphan Black per dimostrarvi quanto vale?

Postilla: scusate, ma Rachel che dice – “My father sends his regards” – chi non ha pensato ai Lannister?!?

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